
#DistantiSaluti è la rubrica di pillole di resilienza per il lavoro, agile e non, ai tempi del corona virus nata dal network di Officine On/Off e FabLab Parma. Contenuti digitali, slide, brevi video, consigli, pillole appunto, su argomenti specifici che ci sono propri e di cui siamo esperti.
In vista del loro primo aperitivo virtuale a base di spritz e gamification, in programma domani alle 18.30, abbiamo chiesto al team di Parmì, progetto vincitore della prima edizione del Bando Think Big e prossimo al lancio online della piattaforma e dell’app, di risponderci a questa domanda.
Che cos’è, a chi e a che cosa serve la gamification? Raccontatecela come la spieghereste a vostra nonna.

Quando parliamo di gioco intendiamo qualcosa di non separabile dalla vita reale. Il gioco genera prima di tutto piacere, è un sentimento che per inclinazione, natura e talvolta egoismo, l’uomo va ricercando costantemente. Proprio sfruttando il piacere che in primis il mondo del videogioco è stato in grado di generare nelle persone in questi anni, sta emergendo sempre di più il fenomeno della Gamification.
La gamification si basa sull’utilizzo delle meccaniche tipiche dei videogames in settori, ambienti e situazioni che nulla hanno a che fare con la sfera del gioco, al fine di aumentare la motivazione e il coinvolgimento delle persone finalizzati a un’azione o a una risoluzione di un problema
La gamification può essere vista quindi come un insieme di strumenti e metodi che vengono impiegati per stimolare determinati comportanti desiderabili nelle persone coinvolte.
Non si tratta quindi di un gioco o di uno mezzo utile a generare divertimento.
Si tratta di un fenomeno relativamente giovane che può essere applicato ad ogni aspetto della vita quotidiana. Tuttavia molte delle sue dinamiche sono state utilizzate molto tempo addietro nei punti vendita e in altre attività commerciali: già sul finire del 1700 alcuni negozianti americani introdussero l’utilizzo di gettoni di rame, riscattabili nel tempo con prodotti reali, per premiare i clienti che avrebbero dato l’esclusiva a quella bottega a discapito di altre.
Ma è solo nel 2008 che viene usato per la prima volta il termine gamification. Negli ultimi anni si è osservato come le meccaniche di gioco siano uno degli strumenti più efficaci per coinvolgere le persone nelle attività più disparate. Ad esempio, si è dimostrato come in contesti lavorativi l’introduzione di semplici elementi ludici porti ad un incremento misurabile delle prestazioni dei dipendenti.
Nonna! Ci hai capito un po’ di più sulla gamification?
In attesa di vederci (telematicamente) all’aperitivo di domani (link alle iscrizioni), rilassatevi guardandovi questo video che ha raccolto 10 esempi di gamification.
Un abbraccio virtuale dal team di Parmì!
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