Piccoli makers crescono: intervista a Francesco Montali di RedWood

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    Da educatore ad artigiano digitale

    Tra le tante altre cose, la pandemia ha sicuramente funto da catalizzatore di svolte e cambiamenti nella carriera professionale e lavorativa di molte persone. Vivere un’esperienza unica e d’impatto come l’emergenza di questo ultimo anno e mezzo, ci ha costretto ripetutamente a ripensare a noi stessi e al nostro percorso passato, a rimodulare continuamente il presente e, forse, a chiarirci le idee su chi vogliamo, o almeno vorremmo, essere nel futuro.

    Francesco Montali è entrato al FabLab Parma 3 anni fa, prima come educatore e poi come tecnico dei laboratori digitali del Centro Giovani La Scuola del Fare (con sede all’interno della medesima struttura) e ne è uscito maker. Ne è uscito in realtà in senso assolutamente figurato, perché è ancora qui, e ci rimarrà a lungo: da un paio di mesi ha infatti preso possesso di una postazione di lavoro nel laboratorio come base di lancio di RedWood, il suo nuovissimo progetto.

    #1 Ciao! Raccontaci di te e di cosa ti occupi.

    Ciao! Sono Francesco Montali. Da poco ho avviato RedWood, la mia attività da libero professionista: mi occupo di creazioni, design e riparazioni in legno. Parallelamente, da anni lavoro come educatore tecnico dei laboratori digitali qui al FabLab e al Centro Giovani La Scuola del Fare.

    #2 Com’è nata la tua passione per la lavorazione del legno?

    Ho la passione per il legno da sempre, fin da quando ero piccolo. Il mio bisnonno era un falegname e aveva una falegnameria qui in quartiere, in via Bologna. Mio nonno materno era idraulico saldatore e aveva un garage pieno di attrezzi, dove io ci impazzivo letteramente dentro! Infine, anche mio padre ha sempre avuto la passione del legno e mi ha sempre aiutato, prestandomi i suoi stessi attrezzi. Dopo il Liceo ho frequentato l’Accademia di scenografia e ho lavoratoin teatro per un po’ di tempo. In quegli anni la mia passione stava prendendo forma, ma è rimasto fondamentalmente un hobby fino a quando ho deciso di trasformarlo in un lavoro. Fondamentale per questo è stata per me la possibilità, con il mio lavoro prima da educatore e poi di tecnico, di conoscere il FabLab: frequentare quotidianamente le persone e gli spazi del laboratorio mi ha dato la spinta per conoscere far diventare la mia passione una vera e propria attività professionale.

    #3 Per quale motivo hai scelto di prendere una postazione di lavoro al FabLab?

    Ho deciso di avere qui la sede del mio laboratorio perchè credo molto in questo posto, in questo spazio, nel progetto Officine On/Off e FabLab Parma. Qui sono riuscito a sperimentare anche le potenzialità del digitale applicate alla falegnemeria tradizionale: riuscire a trovare una formula che unisca il digitale e l’artigianale, e al tempo stesso sfruttare a pieno le contaminazioni tipiche di questi spazi, lo trovo molto importante per il mio lavoro.

    #4 Da dove è nata l’idea di RedWood?

    RedWood è l’altra parte di me, è la realizzazione di un sogno, quello di vivere lavorando il legno. E’ un progetto che nasce con fatica e sacrifici, ma anche e soprattutto grazie al sostegno e alla spinta della mia famiglia e dei miei amici, che mi sono stati molto vicini in questa fase di passaggio. Come RedWood mi occupo di disegnare e realizzare mobili, arredi e oggetti di legno per privati e piccole aziende. In particolare, sono specializzato nella progettazione e produzione di arredi montessoriani, pensati a misura di bambino, caratterizzati da linee semplici e da uno stile naturale.

    #5 Dove ti vedi tra 5 anni?

    Molto semplicemente, mi vedo in mezzo alla legna nel mio laboratorio. Ho tante idee e piano piano le sto concretizzando!