Hackability, quando la fine è solo l’inizio

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    Dal 20 e 21 gennaio, weekend di apertura dei lavori per i partecipanti di Hackability@Barilla, e fino al 23 febbraio, giornata di presentazione dei progetti realizzati, sono passati 31 giorni.

    Che cosa è successo in questo tempo ai nostri I Pasticcioni?

    E’ successo che il FabLab Parma è diventato l’headquarter del progetto, mettendo a disposizione spazi, strumentazione e competenze.

    La scaletta e i tempi di lavoro sono stati fin da subito rigidi: a partire dal weekend di apertura, il team si è ritrovato ogni mercoledì sera dalle 19.00.

    Già, ma il team? Lo zoccolo duro è rimasto compatto, qualcuno come spesso capita in queste circostanze ha circoscritto il proprio contributo, qualcun’altro invece si è perso per strada. Ufficialmente, a realizzare e presentare quello che è diventato il prodotto finale, sono stati:

    1. Daniele Khalousi, Artigiano e Host del FabLab Parma
    2. Luca Bocedi, visual designer
    3. Matteo Bortolotti, modellatore 3D
    4. Martina Preziosi, architetto
    5. Luca Rasoli, disegnatore tecnico
    6. Andrea Grossi, PM di Sportconnection.it
    7. Enrico Campari, imprenditore
    8. Roberto Marinozzi, Production Equipment Purchasing Manager per Barilla
    9. Matteo Ghillani, educatore con esperienza con disabili
    10. Walter Brighenti, ex dipendente Barilla, il needs, privato di un braccio dopo un incidente

    La varietà e trasversalità delle competenze e professionalità presenti ha portato naturalmente i partecipanti ad assegnarsi ruoli e compiti concreti per  mischiare il sapere con il saper fare e con il voler fare, con un unico obiettivo: trasformare un disegno su carta in un prototipo funzionante nei tempi richiesti.

    Partendo dalla fase embrionale di disegno e concept e della progettazione tecnica su carta, si è passato allo studio e sviluppo dei materiali, fino alla stampa e ai vari test.

    In questi passaggi, uno dei 2 progetti elaborati nel primo weekend, “Sbrodolo” (restyling del piatto che consentisse ai disabili di migliorare il controllo, la fruizione e l’individuazione di cibo) è stato anche accantonato, in primis perché mancava il needs: la persona con disabilità che sentisse il bisogno di sopperire a una mancanza e che contribuisse alla progettazione di una soluzione concreta e fattibile.

    I Pasticcioni decidono infatti di concentrarsi e impostare il lavoro partendo da queste parole:

    “Devo aprire vasetti, bottiglie
    e ogni altro tipo di contenitori
    utilizzando la sola mano sinistra.
    Spesso, con contenitori sotto vuoto
    o chiusi ermeticamente,
    ho necessità che
    l’oggetto sia fissato saldamente
    al piano di appoggio o molto stabile”

    Walter Brighenti

    Nome in codice: SESAMO, acronimo di Serie Ergonomica Semplificata per l’Apertura Manuale di Oggetti. 

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    Dopo la progettazione, la modellazione e la prototipazione con stampa 3D, passando dalla creazione del logo e dell’immagine coordinata, si arriva alla presentazione finale e restituzione dei risultati: a venerdì 23 febbraio, appunto.

    5 minuti a team per raccontare 6 progetti realizzati a più mani da makers, designer e persone con necessità particolari su tutta Italia.

    edf

    E il momento della verità? Eccolo!